Ci prendiamo la parigina da “Vaco 'e pressa”?
- appleshampoo
- 24 mag
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Hanno imbrattato di nuovo la statua di Dante. È questo quello a cui pensa Giusy guardando la scritta “JUVE MERDA” seguita da un pene sproporzionato e del tutto irrealistico. Giusy scuote la testa, stringe le spalle e poi dice: «Poi si lamentano che la città fa schifo, che è sporca, che c’è spazzatura ovunque… E guarda qua: ci ritroviamo con Dante che dice “JUVE MERDA”.»
«Lo sai come funziona. Bisogna pur dare sfogo alla creatività.»
Lo sente sorridere, ma è ancora amareggiata. A lei piace la sua città. Piazza Dante è la sua piazza preferita. Ricorda ancora gli anni in cui era adolescente e sotto la statua non c’erano graffiti dal dubbio gusto, piuttosto messaggi di protesta. Non c’erano bar chic né posti in cui ti fanno pagare cinque euro un crocché. C’era “Vaco e pressa” con le sue parigine a un euro, e c’era la bancarella, l’unica che vendeva merchandise delle band punk-rock e accessori per chi nella rebellione ci credeva davvero.
«E guardala ora» commenta Giusy. «Ora non è più lei.»
«Nemmeno tu sei più tu: non hai i capelli rosa né la t-shirt dei Sex Pistols. Sei cresciuta, sei cambiata. Non è questa la vita? Per quel che ne sappiamo noi, forse Dante a quest’ora avrebbe concordato.»
Giusy rotea gli occhi. Un altro dei suoi discorsi filosofici. Non le sembra quello il momento. Eppure Ivan continua, indisturbato, a fare le sue valutazioni. Non gli interessa di Dante, non gliene frega delle librerie chiuse, non gli importa che lei non è più la ragazzina ribelle di dieci anni prima. «Wow, ma da quant’è che ci conosciamo?» gli domanda a bruciapelo.
Ivan si ferma, scappa dal monologo nel quale si era imprigionato, e le sorride. «Mi aspettavo un’altra domanda.»
Giusy scoppia a ridere e annuisce. «Ci prendiamo la parigina da “Vaco 'e pressa”?»
Hanno imbrattato di nuovo la statua di Dante, Giusy non ci può pensare, allunga la mano e ripete: «Ci prendiamo la parigina da “Vaco e pressa”?». La sua domanda trova risposta nel silenzio. Ci sono cose che non hanno senso: Dante che dice “JUVE MERDA”, la bancarella che ora vende souvenir, l’orologio del collegio che non ha mai ripreso a funzionare, e il fatto che lei, in quella piazza, Ivan lo aveva incontrato veramente. Tante volte. E ora, invece, non lo avrebbe visto più.
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